Lo sci freestyle è una disciplina invernale olimpica dal 1992, ma i primi campionati mondiali si svolsero qualche anno prima (nel 1986) a Tignes, in Francia. In Ticino esiste un’organizzazione (“Ticino Freestyle”) creata dalla Federazione di Sci Svizzera Italiana (FSSI) che, come viene riportato dal loro sito internet, ha “lo scopo di organizzare eventi nella disciplina dello sci freestyle”. Ad Airolo Pescium, l’anno scorso, era in programma una gara di Coppa del Mondo di questa disciplina, che però per motivi di meteo è stata poi annullata. Nel 2007, nella stessa località, sono stati organizzati invece i Mondiali junior.
Noi di Rivista Corner, abbiamo avuto la possibilità di intervistare Decio Frapolli, uno dei due preparatori fisici della Federazione ticinese di Sci Freestyle.
Decio, partiamo dall’aspetto anagrafico degli atleti. Quando inizia la carriera di un freestyler e quando, generalmente, termina?
Un giovane solitamente si avvicina al freestyle dopo che ha imparato a sciare. I ragazzi si avvicinano alla disciplina solitamente verso gli 11-12 anni e cominciano ad essere atleti di Coppa Europa a 14-16 anni. Conosco atleti che hanno terminato la loro carriera anche dopo i 30 anni.
Da quanto svolgi questo ruolo all’interno della federazione e descrivici la figura del preparatore nello sci.
Da giugno 2018 curo la parte atletica di tutte le discipline che la FSSI sostiene (Sci Freestyle, Sci Alpino, Sci di fondo e Snowboard). Il preparatore atletico inizia a lavorare con gli atleti nei primi giorni di giugno per “terminare” la preparazione tra dicembre e gennaio, ovvero quando vi è l’inizio della Coppa del Mondo e della Coppa Europa. In verità, anche durante la fase di competizione si continua a lavorare sotto l’aspetto fisico per mantenere tutto ciò che si è costruito nei sei mesi precedenti. Bisogna sempre ritoccare tutte le qualità motorie in modo costante!
La stagione inizia quindi presto, ma il vostro allenamento si svolge solo sulle piste o ci sono altri spazi che vengono usati?
No ci sono vari spazi che utilizziamo per far allenare gli atleti. Parte dell’attività si svolge in palestra e nelle sale pesi(in cui si mette l’accento sulle capacità condizionali, ma prestando attenzione anche alle qualità coordinative). Contemporaneamente ci si allena a livello acrobatico utilizzando i maxi tramp e trampolini in piscina, infine in un secondo momento ci si allena anche nei pump track.
Come si suddivide la preparazione? Ci sono dei momenti in cui si lavora più nello specifico di altri o no? Se sì quali? Perchè?
La preparazione si suddivide in diversi momenti. Inizialmente si lavora sull’incremento della forza poi, in un secondo momento, si lavora sulla forza massimale ed esplosività per migliorare la velocità di contrazione delle fibre muscolari ad elevati carichi. Infine il lavoro diventa più specifico poiché si lavora sulla velocità d’esecuzione e sull’esplosività nei salti. A mio avviso evitare di lavorare fin da subito nello specifico è molto importante, poiché il nostro corpo se riceve sempre lo stesso genere di stimoli non potrà mai migliorarsi. All’inizio del percorso, un approccio multidisciplinare è la chiave di riuscita per una buona preparazione fisica.
Qual è la differenza principale, nella preparazione atletica, tra freestyle e le altre discipline?
La sostanziale differenza è dovuta al tipo di esercizio fisico che si esprime durante una gara. Nel freestyle bisogna “dare tutto” in 25-30 secondi, mentre per esempio nello sci alpino le gare durano di più. Questo fa sì che ci sia un approccio differente al lavoro, soprattutto per quanto riguarda l’esplosività, la velocità d’esecuzione e la tenuta del tronco.
Secondo Viola e al. (1999, citati da Prodromos et al. 2008) nello sci alpino, a livello di infortuni non ci sarebbe differenza d’incidenza tra le femmine ed i maschi. L’unica differenza è quella fra gli sciatori esperti e quelli amatori: questi ultimi sono molto più soggetti a riscontrare lesioni al legamento crociato anteriore.
Nel freestyle quali tipi d’infortuni si riscontrano maggiormente? A livello preventivo che tipo di lavoro svolgete?
Anche nella nostra disciplina, i principali infortuni riguardano le ginocchia. Sì, nel nostro programma lavoriamo sull’aspetto preventivo, ad esempio cercando di diminuire il divario tra le forze espresse dai muscoli estensori e flessori degli arti inferiori. Infatti, i valori espressi da questi due gruppi muscolari non devono differire oltre un certo limite altrimenti le probabilità d’infortunio aumentano considerevolmente. Vi sono poi anche altri gruppi muscolari a cui noi prestiamo attenzione che intervengono nella stabilizzazione del ginocchio.
Quali sono gli obiettivi che vi siete prefissati per il prossimo futuro?
Ci piacerebbe aumentare il bacino di atleti, ma anche riuscire a portare nuovi atleti in Coppa del Mondo! Allo stato attuale abbiamo tre ragazzi (che da quest’anno hanno iniziato a gareggiare in Coppa Europa) che fra alcuni giorni saranno di ritorno da un tour competitivo nei paesi nordici!