Cinzia Zehnder (4 agosto 1997) è una calciatrice svizzera che milita nello Zurigo femminile e, dopo aver eseguito la trafila con le under, ha raggiunto anche la Nazionale maggiore. Dopo aver giocato due anni come professionista in Germania, oggi concilia il suo impegno in serie A con gli studi in medicina all’Università di Zurigo.

Cinzia, dove è nata la passione per il calcio?

Nessuno nella mia famiglia gioca a calcio, quindi non posso dire che qualcuno in particolare me l’abbia trasmessa, ma ricordo che all’asilo, avendo a disposizione un prato, passavamo molte ricreazioni a giocare a calcio e quindi posso dire che la passione per questo sport è nata grazie a questi momenti. Inoltre, adoravo a tal punto questa disciplina che i miei genitori non hanno potuto fare altro che iscrivermi alla scuola calcio!

Nel 2013 hai debuttato con la Nazionale Under 17, ricordando quella prima volta, riesci a descrivere come hai vissuto quel momento? Ti aspettavi la convocazione?

È stato un momento bellissimo! Onestamente quando ho iniziato a giocare non mi ero prefissata l’obiettivo di dover giocare ad alti livelli o addirittura in nazionale. Praticavo questa disciplina perché mi rendeva molto contenta, come accade tuttora. Una volta giunta la prima convocazione ho sentito dentro di me il forte desiderio di andarci e di difendere il mio posto nella squadra. Questi momenti sono davvero speciali, perché viaggiare e giocare partite internazionali rappresentano un’esperienza fantastica!

Nel 2017 sei stata selezionata per partecipare all’Europeo in Olanda. Un sogno che si è avverato?

Assolutamente! Poter partecipare ad un torneo così importante è stata un’esperienza incredibile!

A 18 anni ti sei trasferita in Germania, tra le fila del SC Freiburg. Che tipo ti esperienza è stata?

A livello calcistico, i due anni trascorsi a Freiburg sono stati i più belli. All’inizio del primo anno ho solamente giocato a pallone, ma col passare del tempo mi sono interessata anche ad altro, infatti ho svolto uno stage di un mese in un ospedale, ho studiato spagnolo e infine ho lavorato anche in un café, in modo da fare nuove conoscenze e guadagnare qualche soldo extra. Poi, al secondo anno, mi sono iscritta all’università, studiando medicina. Dopo un solo semestre ho però dovuto rinunciare perché con sei allenamenti alla settimana (più la partita al weekend) era impossibile far conciliare le due cose. Per questo motivo ho deciso di godermi gli ultimi sei mesi di calcio al 100%, per poi ritornare in Svizzera e cominciare l’università a Zurigo.

Quali sono le maggiori differenze del campionato tedesco rispetto a quello svizzero?

Sotto ogni punto di vista, il calcio in Germania è superiore rispetto a quello svizzero; è sicuramente più fisico, ma anche più tecnico.

Avendo avuto la possibilità di giocare in un campionato estero e di aver potuto affrontare squadre di diverse nazioni, come reputi il livello del calcio femminile in Svizzera? A tuo avviso sotto quali punti di vista deve e può migliorare?

Innanzitutto, l’interesse per il calcio femminile che vi è in Germania, o anche in Francia, non è paragonabile a quello che si prova in Svizzera. Per molti tedeschi infatti vedere la partita nel weekend è un appuntamento fisso nella loro agenda. In Svizzera non sempre è così. Inoltre credo che molti club del nostro Paese possano migliorare mettendo a disposizione delle squadre femminili maggiori infrastrutture: dai campi fissi, alle palestre, (…). Sotto questo punto di vista noi, a Zurigo, siamo fortunate.

Frequentando il secondo anno di università, come strutturi la tua giornata tipo? Riesci facilmente a conciliare le due cose?

La mia giornata è molta piena e delle volte mi tocca rinunciare a qualche cosa per far combaciare tutto. Di conseguenza la cosa più importante per me è la mia agenda, grazie alla quale organizzo tutto e mi prefisso i miei obiettivi settimanali. Capita spesso che debba andare direttamente dall’università all’allenamento e qualche volta succede purtroppo che debba rinunciare a quest’ultimo. Durante i periodi degli esami, la mia presenza sul rettangolo verde diminuisce drasticamente.

Hai ancora sogni calcistici?

A partire dall’estate, spero vivamente di poter ritornare a giocare in Nazionale e, nel caso di qualificazione ai prossimi Europei, spero di fare parte della rosa. A livello di club, mi piacerebbe giocare ancora la UEFA Women’s Champions League e di approdare ai quarti di finale (N.d.R. nell’edizione 2018-2019 lo Zurigo è uscito agli ottavi di finale per mano del Bayern Monaco).

Terminata la carriera da giocatrice, ti piacerebbe fare l’allenatrice?
Fino ad ora non ci ho pensato, ma forse un giorno potrebbe accadere veramente e sarebbe un piacere poter trasmettere ai bambini più piccoli tutte le cose belle che il calcio mi ha insegnato. 

In bocca al lupo per tutto, Cinzia!