Luca Piccolo ce l’ha fatta. Il direttore di gara ticinese è stato promosso in Super League, categoria nella quale inizierà ad arbitrare a partire dal prossimo campionato. Era dal 2013 e dai tempi di Sascha Kever che mancava un fischietto del nostro Cantone nella massima serie elvetica. Il 26enne di Bellinzona, fiduciario di professione, viene paragonato per stile di conduzione a Massimo Busacca, che ha messo fine alla sua gloriosa carriera nel 2011. Riuscirà a ripercorrere le orme dell’ex internazionale? È presto per dirlo, ma nel frattempo abbiamo scambiato due parole con lui.

Chiudi gli occhi, prima immagine che ti viene in mente di te arbitro?

Io al campetto delle semine, un quartiere di Bellinzona, dove son cresciuto. Fin da piccolo arbitravo i miei amici in tornei amichevoli creati da noi stessi. Amavo fin da bambino questo affascinante hobby.

A quale arbitro ti sei ispirato da ragazzo?

​Fin da piccolo l’arbitro di riferimento è stato Massimo Busacca, uno dei migliori fischietti svizzeri e del mondo. Mi piace molto il carisma e la personalità che aveva in campo e la sua tecnica d’arbitraggio.

Com’è cambiato il lavoro dell’arbitro con la tecnologia? Serve maggiore attenzione essendo più coordinati e in contatto auricolare con la terna?

​Il lavoro dell’arbitro è rimasto invariato rispetto al passato. Tutti devono scendere in campo cercando di commettere il minor numero di errori possibili, visto anche che veniamo valutati su questo. Adesso, grazie alla tecnologia, in caso di errori chiari ed evidenti si potrà ricorrere al VAR. Questo strumento è molto utile e in questo modo eventuali errori gravi durante le partite potranno essere corretti.

In una recente intervista hai detto di non voler abbandonare del tutto il tuo lavoro. Come ti vorresti vedere finita la carriera? In ufficio o comunque nell’ambito calcistico?

​Esatto, il lavoro non intendo abbandonarlo visto che i traguardi raggiunti in questo ambito sono anch’essi frutto di impegno e sacrifici negli studi effettuati in questi anni. Sicuramente ora dovrò ridurre la percentuale di lavoro, in modo da dedicarmi maggiormente a questa nuova avventura. Finita la carriera arbitrale, mi vedo di nuovo totalmente impegnato nella mia professione di fiduciario. La carriera calcistica, se tutto va bene, ti garantisce un reddito fino al massimo a 45 anni.

Super League raggiunta, come si conquista un posto in Europa?

​Innanzitutto bisogna confermarsi nella categoria, facendo buone prestazioni e ripagando la fiducia dimostrata dalla Commissione Arbitri (CA). Accumulare esperienza e migliorare è il primo obiettivo. Per “conquistare” un posto in Europa bisogna fare minimo un esperienza di due anni in Super League, dopodiché, in base alle ispezioni durante le partite e agli eventuali posti che si libereranno, la CA potrà decidere se nominarmi arbitro FIFA. Attualmente la Svizzera ha sette posti disponibili quali arbitri FIFA, posti che al momento sono ricoperti dai migliori arbitri svizzeri.

Il pubblico spesso insulta, anche pesantemente, il direttore di gara. Credi sia un problema di educazione? Come si può migliorare la situazione?

​Spesso questi comportamenti sono frutto di frustrazione accumulata durante la settimana, questi episodi non devono essere tollerati al minimo. Penso però che sia importante sottolineare che non si verificano sempre questi brutti episodi. Personalmente in 13 anni di carriera non ne ho vissuti molti. Per migliorare questa situazione, sarebbe opportuno far “provare” ad arbitrare una partita, anche amichevole, a tutte queste persone che si recano alla stadio e insultano i direttori di gara. Sicuramente dopo 90 minuti con il fischietto in mano, la prossima volta che si recheranno allo stadio saranno più sensibili all’operato dell’arbitro.

Come vedi il movimento ticinese? Pensi qualcuno possa raggiungerti nel giro di qualche anno?

​Il movimento ticinese è a un buon livello. Arbitrare nel nostro Cantone, vista l’animosità che c’é durante le partite, è spesso molto più difficile che arbitrare oltre Gottardo. Questa è un ottima palestra per noi ticinesi. D’altro canto c’è il problema della lingua: per poter accedere a categorie superiori bisogna per forza sapere almeno una seconda lingua nazionale. Il tedesco è la più importante, seguito dal francese.

Il gruppo talenti ticinesi sta lavorando molto bene e spero, e mi auguro, che presto ci saranno altri ticinesi in SFL.