In un articolo pubblicato da “LA STAMPA” di qualche settimana si poteva leggere:

Tutti si aspettavano Bruno Pasqualini, Massimo Cigana, Ivan Risti e Stefano Luciani, invece la nona edizione dell’AronaMen di triathlon è andata a un ragazzo svizzero di 26 anni che ha spodestato i grandi favoriti. Adriano Engelhardt ha sorpreso tutti, chiudendo la gara in 4h02’21”.

Solo pochi giorni prima, al termine del TriStar di Lugano, alla RSI avevi detto: “Io continuo a lavorare duro sperando che i risultati arrivino”. Infatti, dopo una decina di giorni, ecco la fantastica vittoria ad Arona, in Piemonte.

Te lo aspettavi? 

Arona era una delle due gare della prima parte della stagione che io e il mio allenatore (Nicolas Beyeler) avevamo segnato con il circolino rosso. Dopo il buon esordio sulla media distanza a Candia avevo tanta voglia di mettermi nuovamente in gioco su questo formato e chiaramente collezionare un’altra preziosa esperienza. Sapevo che la lista dei partenti sarebbe stata più competitiva rispetto alla gara a Candia, ma quando mi metto dietro una linea di partenza parto con l’obiettivo di stare più avanti possibile, quindi ero pronto a giocarmela ad armi pari con i miei rivali.

Quali emozioni hai provato?

Le più grandi emozioni, come spesso capita, le ho provate durante la corsa. So che è quella la frazione nella quale posso fare una grossa differenza e vedere che i parziali rispetto alla testa della gara continuavano ad assottigliarsi mi ha dato una grossa carica. All’arrivo è sempre un misto di sentimenti: stanchezza, felicità e gratitudine. Quest’ultima va sempre verso la mia famiglia, la mia ragazza e la mia squadra (Keforma Performance Team). Senza queste persone non sarei assolutamente in grado di poter iniziare a vivere lo sport di alto livello e questo fa di me un privilegiato.

Sappiamo che la preparazione atletica nelle varie discipline è molto diversa. Nell’atletica la preparazione di un atleta (a volte prolungata su più anni) è spesso focalizzata per un singolo evento, magari della durata di una manciata di secondi (come per i 100m). Nella tua disciplina come si struttura? Ogni allenamento prevede l’esecuzione di tutte e tre le discipline?

Giostrare tra tre sport differenti non è sicuramente facile, anche perché non c’è una formula magica. Ogni atleta è diverso e necessita di un piano d’allenamento su misura per valorizzare le sue qualità e colmare i punti deboli. È raro che ogni allenamento preveda le tre discipline, di norma si effettuano allenamenti separati che vengono svolti nel corso della giornata. Con l’avvicinarsi delle gare si iniziano a pianificare degli allenamenti chiamati combinati. Questi prevedono delle porzioni alternate di nuoto – bicicletta, oppure più comunemente di bicicletta – corsa. Essi sono molto importanti per il periodo di preparazione specifica, perché le sensazioni e i disagi che si proveranno saranno molto simili a quelli che emergeranno in gara.

Solitamente ti prepari per un evento in particolare oppure nello stesso periodo partecipi a più gare?

Io sono ancora alle mie prime stagioni di triathlon quindi non ho ancora uno schema collaudato di programma gare. Ma per quanto ho potuto sperimentare sino a oggi, nel corso della stagione effettuo circa una dozzina di gare. Non tutte rivestono la stessa importanza e normalmente il focus si concentra su 4-5 gare all’anno. Le altre vengono utilizzate come test o come allenamenti di qualità. È difficile mantenere un alto stato di forma durante svariati mesi, quindi è importante calibrare bene gli allenamenti in funzione delle gare alle quali si vuole essere performanti.

Dopo una gara di più di quattro ore, il recupero è fondamentale: come si struttura? Fai dei giorni in cui non pratichi nessuna attività fisica o ritorni subito “in pista”?

Sto ancora cercando di capire come reagisce il mio corpo dopo quattro ore di gara, soprattutto perché fino a qualche anno fa il mio tempo massimo per una corsa era di 30’. Per il momento mi sembra di capire che necessiti circa 5 giorni per riprendersi in buona parte. In ogni caso di norma non prendo nessun giorno di riposo completo. Trovo che un’attività aerobica blanda sia estremamente benefica per il recupero, soprattutto se praticata in acqua o sui pedali. Inoltre so che è importante riuscire a idratarsi e alimentarsi bene nei minuti e nelle ore appena dopo lo sforzo. Per concludere, cerco sempre di concedermi le giuste ore di sonno.

Il tuo passato sportivo è stato contraddistinto soprattutto dall’atletica. A tal proposito, in un articolo pubblicato nell’agosto del 2015 da Luca Calderara, quest’ultimo scriveva che nei campionati svizzeri assoluti di quell’anno eri tra i favoriti per la vittoria finale nella 5km. Quando hai deciso di iniziare a gareggiare nel triathlon è stato difficile integrare il nuoto e la bici? Se sì, in cosa hai trovato maggiori difficoltà?

Avendo già praticato un po’ di triathlon quando ero piccolo non è stato uno shock completo dover integrare queste due discipline. Inoltre mi capitava, anche quando ero corridore, di pedalare o nuotare per effettuare del “cross training”. Ma un conto è svolgere questi due sport in maniera blanda per scaricare, un altro è praticarli con fini di prestazione. Durante il primo anno mi rendevo conto di quanto mi costasse in termini energetici il fatto di allenarmi molto in sella oppure in piscina. Ora grazie a piccoli progressi sul piano tecnico e all’allenamento graduale i miei movimenti sono molto più economici ed efficienti. In ogni caso sono ancora molto lontano dai migliori triatleti e quindi il mio carico di allenamento è molto centrato sul nuoto e la bici, cercando di mantenere un buon livello nella corsa.

Oltre a svolgere lo sport in prima persona, sappiamo che ti dedichi anche all’insegnamento di educazione fisica nelle scuole del nostro Cantone e che hai appena ottenuto il Master in insegnamento presso la SUPSI-Dfa di Locarno. Riesci facilmente a conciliare allenamento e lavoro?

Negli ultimi due anni ho frequentato il DFA di Locarno per ottenere l’abilitazione all’insegnamento per il livello secondario I in educazione fisica. Parallelamente lavoravo al 20% presso le Scuole Elementari di Locarno. Inoltre davo dei corsi di “circuit training” presso il Centro Mövat di Cadenazzo. Non è sempre stato facile riuscire a organizzare in maniera ottimale impegni lavorativi e allenamenti, ma se qualcosa ti sta a cuore il tempo da dedicarci lo trovi sempre. È importante dare delle priorità e prendere le giuste decisioni. Questo non sarebbe stato per me possibile senza il supporto della mia famiglia, la mia ragazza e la mia squadra.

Obiettivi a medio-lungo termine?

Il mio obiettivo per il prossimo anno è quello di gareggiare nel circuito professionistico. Voglio cercare di accumulare esperienza e confrontarmi con i migliori triatleti del mondo. Capire quali sono i punti sui quali lavorare e dare il massimo per riuscire un giorno a essere protagonista in gare importanti. 

Sogno nel cassetto?

Il mio sogno è quello di poter vivere di questo sport per diversi anni e continuare a divertirmi facendo ciò che mi stimola e mi piace. Essendo poi nell’orbita long distance del triathlon è impossibile non pensare all’IRONMAN delle Hawaii. Pensare che un giorno potrei giocarmi una qualifica per questa gara è sicuramente un grande incentivo per continuare ad allenarmi con costanza e umiltà, cercando di migliorarmi ogni giorno.

In bocca al lupo Adriano!