La stagione 2020-2021 della Ligue 1, oltre ad essere ricordata per i problemi con i diritti TV, è sicuramente tra le più avvincenti degli ultimi anni. Il dominio del PSG, rispetto all’ultimo lustro, sembra intatto, ma il campionato del Lille, per il momento, è da far risaltare.
Dopo 27 giornate, la compagine di Christophe Galtier guarda tutti dall’alto, forti di 17 vittorie e di sole due sconfitte, con la miglior difesa. La crescita del club del nord della Francia ha un artefice principale, che corrisponde al nome di Luis Campos.
GLI INIZI DI LUIS CAMPOS
Portoghese, nato nel 1964, Campos comincia, come tanti suoi connazionali, giovanissimo ad allenare, partendo nel 1992 con l’União de Leira. Nel 2004, quando guida il Gil Vicente, ferma il Porto di Mourinho, imbattuto da 27 partite consecutive e vincitore, a fine stagione, della Champions League.
Dopo vari anni travagliati da allenatore, proprio lo Special One si ricorda di lui quando, dopo il Triplete interista, approda a Madrid, sponda Real. Il Mago di Setubal nomina Campos scout e match analyst, apprezzandone le capacità tattiche di analisi degli avversari.
Quando alla fine della stagione 2012-2013 (quella che Mourinho definirà “la peggiore della mia carriera”) le strade del Real e del tecnico portoghese si separano. Anche per Campos è tempo di trovare una nuova casa, questa volta a Montecarlo.
LA GOLDEN AGE DEL MONACO
Campos, durante l’estate del 2013, diventa direttore sportivo dell’ambiziosa compagine monegasca.
Il Monaco, acquistato dal facoltoso Dmitry Rybolovlev nel dicembre 2011, era appena tornato in Ligue 1 dopo due stagioni nel purgatorio della Ligue 2. La campagna acquisti sarà sontuosa: arriveranno El Bandido James Rodrìguez (45 milioni di € dal Porto), El Tigre Radamel Falcao (dall’Atletico Madrid per 60 milioni di €), i connazionali Ricardo Carvalho (dal Real Madrid, gratis) e João Moutinho (sempre dal Porto, per 25 milioni), gli esperti nazionali francesi Eric Abidal (gratis, dal Barcellona) e Jeremy Toulalan (per 5 milioni dal Malaga), e tanti giovani di belle speranze, come Anthony Martial e Fabinho.
I biancorossi, neopromossi e guidati da Claudio Ranieri, si piazzano al secondo posto, dietro al PSG dominatore del campionato. A fine stagione, il tecnico romano è sostituito da Leonardo Jardim. Quest’ultimo porta in dote Bernardo Silva (prestito con riscatto per 16 milioni) e Tiémoué Bakayoko (dal Rennes). Il 2014 è l’anno dei mondiali in Brasile, dove la Colombia impressiona, uscendo nei quarti con i padroni di casa. James sarà eletto capocannoniere, e proprio questa visibilità mediatica, lo porterà a trasferirsi, per 75 milioni al Real Madrid. Il suo connazionale Falcao, reduce dalla rottura del legamento crociato, si accasa in prestito al Manchester United.
–>
La squadra monegasca, nonostante le cessioni, rimane competitiva: in campionato finisce al terzo posto, dietro ai soliti parigini e al Lione.In Europa viene eliminata solo dalla Juventus nei quarti di finale. Anthony Martial, capocannoniere per la stagione 2013-2014, lascerà la squadra per raggiungere proprio i Red Devils, per la cifra record per un teenager di 80 milioni di euro. Abbandonano il principato anche Kondogbia (all’Inter per 31 milioni + bonus)e Ferreira Carrasco (all’Atletico per 15 milioni). Partono anche Kurzawa (ai rivali del PSG per 23 milioni) e Abdennour (per 30 milioni, al Valencia). Il totale record delle cessioni arriverà a 180 milioni di euro.
Dopo diversi investimenti pesanti in uscita, Luis Campos opta per una campagna acquisti più orientato ai giovani, con una piccola squadra di scouting. La teoria era che ffinché il Monaco potesse prolungare la sua permanenza ad alto livello in Ligue 1, era necessario un approccio sostenibile. Venne così implementata una filosofia di acquisto a prezzi bassi e di vendita a prezzi elevati, individuando il club come una “buona vetrina”. Il Ds si lega a doppio filo con la Gestifute di Mendes, portando nel Principato tanti giovani portoghesi, come Rony Lopes, Helder Costa e Ivan Cavaleiro. Altri talenti sbarcheranno in Francia come Pasalic, Lemar, El Shaarawy e riscattando Fabinho dal Rio Ave. La stagione 2015-2016 è l’ultima di Campos a Montecarlo, ma permetterà al club di mettere le basi per la vittoria del campionato dell’anno successivo. Soprattutto sarà la vigilia della stagione in cui esploderà quel fenomenale talento che è Kylian Mbappé.
BENVENUTO AL NORD
L’arrivo del businessman Gérard Lopez a Lille (ex patron della Lotus in F1) apre una nuova opportunità al Re Mida portoghese.
Nel 2017-2018, Campos ha supervisionato le partenze di 22 giocatori, con 17 volti nuovi in arrivo a Lille. La panchina viene affidata a Marcelo Bielsa, alla guida della prima squadra nella nuova stagione. Le speranze di successo per il 2017/18 erano alte, ma, con 12 punti accumulati in sole 13 partite, El Loco viene sollevato dai suoi doveri. Al posto del tecnico argentino arriva Christophe Galtier, reduce da buoni anni con il Saint-Etienne. Il neo-tecnico contribuisce ad evitare la caduta verso il basso finendo al 17 ° posto.
Da questa annata disastrosa, ne uscì un mercato creativo, con un mix di teste esperte (Josè Fonte, Loïc Rémy e Jeremy Pied) e giovani firmati a buon mercato; fra questi Rafael Leão a parametro 0, Jonathan Ikoné. dal PSG per 5 milioni, Zeki Çelik dal Istanbulspor per 2,5 milioni e Jonathan Bamba dal Saint-Etienne sempre a 0. Questo mix di giocatori contribuisce ad un risultato sorprendente: la squadre del nord della Francia che si piazza al secondo posto.
Il trasferimento di José Fonte al Lille è un perfetto esempio di come Campos sia in grado di identificare i giocatori perfetti per il progetto. Il difensore centrale, arrivato in Francia con bassissime aspettative, è stato una delle certezze della Ligue 1, fornendo l’esperienza e la leadership che serviva alla giovane squadra.
Il trio offensivo Leão – Bamba – Pépé segna 45 gol in tutte le competizioni, con quest’ultimo che arriverà secondo dietro solo al già citato Mbappé.
L’anno successivo, l’ivoriano saluta tutti per andare, dopo un lungo braccio di ferro tra Arsenal e Napoli, a Londra, per ben 80 milioni di euro. Se ne vanno anche Leão (al Milan per 30 milioni) e Thiago Mendes (al Lione per 22 milioni).
Ancora una volta Campos deve ricostruire, e lo fa investendo sempre sui giovani. Arrivano due talenti caduti un po’ in disgrazia, ovvero Renato Sanches (miglior giovane degli Europei del 2016, dal Bayern per 20 milioni) e Victor Osimhen (capocannoniere dei Mondiali under 17 del 2015, dallo Charleroi per 23 milioni). E poi le solite scommesse, tra cui spiccano il figlio d’arte Timothy Weah (dal PSG), la mezzapunta Yusuf Yazici (dal Trabzonspor), il terzino Domagoj Bradarić (dall’Hajduk Spalato) e il regista Benjamin André (dal Rennes).
La squadra mantiene le promesse dell’anno precedente, ma la stagione viene fermata dal Covid e il Lille finirà, secondo il principio della media-punti, al quarto posto: niente Champions League. Nonostante questo, l’estate porta in dote le cessioni di Osimhen,18 gol stagionali, al Napoli per 70 milioni e del brasiliano Gabriel all’Arsenal per 26 milioni. A sostituirli, arrivano il canadese Jonathan David (per 27 milioni) e l’olandese Botman dall’Ajax (per 8 milioni). A titolo informativo, si parla di una cessione di Botman ad una grande europea per una cifra attorno ai 45 milioni di euro.
LE DIMISSIONI
Il 18 dicembre 2020, però, in seguito alla cessione del Lille all’ex presidente del Rennes Oliver Létang, Luis Campos rassegna le sue dimissioni.
Ai dirigenti sportivi di alto livello spesso non viene riconosciuto il merito che invece si riconosce più spesso ad atleti e allenatori. Il lavoro stellare di Campos nel mercato dei trasferimenti è passato regolarmente inosservato, nonostante lui abbia più volte una sopraffina abilità nell’identificare giovani giocatori di talento per soddisfare la filosofia di un club. A maggior ragione questa capacità va apprezzata se la crescita dei giocatori porta a cessioni onerosissime e plusvalenze stellari.
Le voci su un suo ricongiungimento con Mourinho al Tottenham sono sempre più forti. Chi sarà la prossima scoperta del duo portoghese?