IL 13 GIUGNO PARTE IL TORNEO SUDAMERICANO PER NAZIONALI

A distanza di un anno dalla data prevista iniziale, ha inizio la 47ª edizione della Copa América.

La competizione che sta per iniziare ha avuto una vita tribolata. Rinviata causa coronavirus nel 2020, ha visto dapprima le defezioni delle due nazionali invitate (Australia e Qatar) in febbraio, poi la rinuncia a maggio dei due paesi organizzatori, Argentina e Colombia, messi in ginocchio dalla pandemia.

Dopo la scelta di rifiutare l’invito ad ospitare il torneo negli Stati Uniti, la scelta è ricaduta sul Brasile, che ospiterà, rigorosamente a porte chiuse in 5 stadi e 4 città, le 10 nazionali del Sudamerica.

Debutto il 13 giugno con Brasile – Venezuela allo stadio Mané Garrincha di Brasilia, finalissima al magico Maracanã di Rio de Janeiro il 10 luglio.

Le novità più importanti sono le rose estese a 28 giocatori (con l’obbligo di avere almeno 3 portieri tra i convocati) e la prima storica designazione di un arbitro europeo, lo spagnolo Gil Manzano, in una partita del torneo.

 

LE SQUADRE

L’estensione delle rose ha permesso ai CT di non dover compiere delle scelte troppo dolorose. Le 10 nazionali sono state divise in due raggruppamenti da 5 squadre, definiti Zona Sud (gruppo A) e Zona Nord (gruppo B), con 4 team che passano agli ottavi di finale.

ZONA SUD – GRUPPO A

La favorita del gruppo A è sicuramente l’Argentina. La compagine dell’ex Lazio Scaloni prosegue il suo rinnovamento, iniziato dopo la disastrosa spedizione ai mondiali russi del 2018. Assente per scelta tecnica Dybala, a guidare il centrocampo ci sono De Paul e Di Maria, mentre in attacco ci saranno il “Toro” Lautaro Martínez, il “Kun” Agüero e, ovviamente Leo Messi. A guardia della porta di Armani, ci sarà ancora una volta “El General” Nicolás Otamendi, al cui fianco giocherà il capitano della Fiorentina Germán Pezzella.

L’Uruguay del Maestro Tabárez si affida ai suoi totem, Luis Suárez (reduce da una grande stagione a Madrid), Godin, Muslera e Cavani. A fianco di queste bandiere, l’opera di ringiovanimento della Celeste prosegue senza sosta, con Ronald Araújo del Barcellona, Federico Valverde del Real Madrid e Facundo Torres del Peñarol che si candidano come loro sostituti. A centrocampo, si sentirà l’esperienza di Bentancur, Vecino, Nandez, De Arrascaeta e Torreira.

Il Cile del giramondo Martin Lasarte (esperienze in Spagna, Emirati Arabi, Egitto e Colombia da allenatore) punta sul gruppo, arrivato a fine ciclo, che ha vinto due Copa América consecutive (2015 e 2016), ma che ha anche mancato la qualificazione ai mondiali russi. Le stelle rimangono gli interisti Vidal e Sánchez, l’ex Napoli Edu Vargas, mentre guidano la difesa della Roja tre veterani come Isla (campione del Brasile col Flamengo), Medel e il portiere Claudio Bravo.

Il Paraguay di uno dei figli prediletti di Bielsa, il Toto Berizzo, punta sulla spina dorsale composta dall’ex Milan Gustavo Gómez e da Miguel Almirón, mezzapunta del Newcastle. La Albirroja si presenta al via col giocatore più giovane della competizione, il 17enne Julio Enciso.

Vittima sacrificale della Zona Sud appare essere la Bolivia del venezuelano César Farías. La Verde, guidata in campo dal bomber Marcelo Moreno, è l’indiziata principale per tornare a casa, e si vede costretta a rinunciare alle geometrie di Alejandro Chumacero, assente causa infortunio muscolare.

ZONA NORD – GRUPPO B

Il Brasile, paese ospitante, è il favorito invece per la vittoria del Gruppo B. Tite ha tutte le sue bocche da fuoco disponibili, con capitan Neymar a guidare l’attacco. In difesa, il campione d’Europa Thiago Silva è ancora il leader, mentre al suo fianco giocherà probabilmente Marquinhos. A centrocampo, Fabinho e Casemiro rappresentano una diga difficilmente superabile. L’incognita, semmai, è la scelta del CT verdeoro di non usufruire dell’estensione della rosa: l’allenatore di origini italiane ha infatti convocato “solo” 25 giocatori.

La Colombia di Reinaldo Rueda, priva di James Rodríguez, cerca di riscattarsi dopo un triennio non facilissimo. Ai Mondiali del 2018, i Cafeteros sono usciti ai sedicesimi, mentre nell’ultima Copa América si sono fermati ai quarti di finale. Rueda punta molto sul duo dell’Atalanta Muriel – Duván Zapata, sull’esterno della Juventus Cuadrado e sulla coppia difensiva Yerry Mina – Devinson Sánchez.

Difficilmente il Perù di Ricardo Gareca potrà ripetere l’exploit del torneo del 2019, dove arrivò a sorpresa in finale. Il bomber storico della Blanquirroja, El Depredador Paolo Guerrero, non è stato convocato, e con lui anche altri protagonisti di quell’edizione, come Advíncula, Zambrano e Ruidíaz. El Flaco punta sulla fantasia di Cueva e spera che Lapadula non faccia rimpiangere la scelta di non convocare il massimo goleador della nazionale andina.

L’Ecuador dell’argentino Gustavo Alfaro ha iniziato un processo di rinnovamento, come altre nazionali sudamericane. La Tri punta sull’attaccante Enner Valencia (10 gol in Turchia con il Fenerbahçe) e sull’esterno del Villareal Pervis Estupiñán, mentre l’esperienza la portano l’ex Zenit Noboa e il capitano e portiere Domínguez.

Dovrebbe chiudere il gruppo il Venezuela del portoghese José Peseiro. La Vinotinto, già priva del suo miglior marcatore Salomón Rondón e di Darwin Machís causa infortunio, si è vista decimata dal Covid alla vigilia del torneo.

LE STELLE

Il primo nome non può che essere Lionel Messi. Leo, ancora a secco di vittorie con l’Albiceleste, sogna di portare a Baires un titolo continentale che manca dal 1993. La stella del Barcellona, reduce da una stagione in chiaroscuro, ha in questa Copa América e nei prossimi mondiali le ultime occasioni per affermarsi anche con la nazionale. Questo successo, poi, sarebbe la chiusura perfetta del cerchio per la Pulce e la situazione migliore per onorare la memoria di Diego Armando Maradona, dedicandogli la vittoria.

L’altro nome è per forza Neymar Jr. Il brasiliano cerca riscatto dopo un anno in cui ha mancato entrambi gli obiettivi con la squadra di club, il PSG. Viste sfumare prima Champions League e poi anche la Ligue 1, O’Ney punta a raggiungere Pelé per gol con la Seleção e a guidare la sua nazionale alla seconda vittoria consecutiva in casa.

Scaricato troppo frettolosamente dal Barcelona all’Atlético Madrid e coinvolto nel caso del falso esame a Perugia, Luis Suárez ha risposto a modo suo, sul campo. 21 gol, quarto posto nella classifica dei marcatori e quinto titolo di campione di Spagna. Il Pistolero mira a riportare la Celeste sul tetto del Sudamerica dopo 10 anni.

Reduce dalla sua miglior stagione della carriera, Luis Muriel vivrà anche in nazionale la staffetta con Zapata, come già accade nel suo club. 22 gol in Serie A, grandissime prestazioni sia da titolare che da subentrato, è la punta di diamante della Colombia.

Dopo le tante battaglie con l’amico fraterno in nazionale, ora Sergio Agüero affiancherà Messi probabilmente anche nel club. Il 2021 del Kun è stato da dimenticare sul piano personale: col City, che ha lasciato per raggiungere Barcelona, ha vinto la Premier League, ma ha perso da favorito la Champions, mentre lui è stato praticamente sempre infortunato. La scomparsa di Maradona, suo ex suocero, l’ha profondamente toccato e siamo sicuri che il centravanti rioplatense farà di tutto per dedicargli una vittoria.

Tra i migliori interpreti moderni del ruolo, Alisson blinda la porta del Brasile. Travolto dalla pessima annata del Liverpool, il giocatore gaúcho ha commesso diversi errori, ma è anche diventato il primo portiere della storia dei Reds a segnare un gol.

DA TENERE D’OCCHIO

Compagno di nazionale e di club di De Paul, Nahuel Molina (1998) è arrivato in sordina nel campionato italiano, ma ha saputo conquistarsi l’Albiceleste a suon di prestazioni solide e convincenti con l’Udinese. Si è parlato fortemente di un interessamento dell’Inter per lui, jolly difensivo che sicuramente avrà spazio nella difesa argentina.

Sempre nello spogliatoio biancoceleste, troviamo il giovane attaccante del River Plate Julian Álvarez (2001). La Araña (il ragno), reduce da una buona stagione sotto la guida del Muñeco Gallardo, può essere la rivelazione della squadra di Scaloni, che l’ha fatto debuttare in nazionale durante le qualificazioni per i prossimi mondiali.

Dall’altra parte del Rio de la Plata, macina chilometri sulla fascia sinistra Matías Viña (1997). Campione del Sudamerica con la maglia del Palmeiras nel 2020, nel corso dell’anno è stato seguito da diversi club europei, tra cui anche il Milan.

Il più giovane del torneo è paraguaiano, Julio César Enciso (2004). Esterno del Libertad (17 partite e 4 gol quest’anno), è il più giovane marcatore della Libertadores di questo secolo e potrebbe debuttare in nazionale proprio durante la competizione.

Acquistato dal Manchester City che puntava a farne l’erede di Fernandinho, Douglas Luiz (1998) è ora uno dei punti di forza dell’Aston Villa. I Clarets hanno speso quasi 17 milioni di € per il centrocampista brasiliano, che fin da subito si è rivelato un punto di forza della squadra di Birmingham.

Desiderio di mercato dell’Inter, Emerson Royal (1999) è appena rientrato al Barcelona dopo due anni trascorsi al Betis Siviglia. Con la squadra andalusa, ha concluso alla grande l’ultima Liga al sesto posto, attirando paragoni con due mostri sacri della fascia destra verdeoro, come Dani Alves e Maicon.

I FAVORITI

Il Brasile rimane la squadra favorita. Ha la rosa al completo, le stelle nel pieno del loro “prime” e punta molto sulla fame di rivincita dei suoi leader Neymar e Marquinhos (rimasti a bocca asciutta in Champions per l’ennesima volta). Tite è un allenatore esperto che ha dimostrato di saper guidare la Seleção fuori dall’incubo del Mineirazo.

Subito dietro, c’è ovviamente l’Argentina. Messi ha forse l’ultima occasione per vincere con la nazionale, e la voglia di dedicare una vittoria a Maradona e di riportare il titolo a Buenos Aires dopo 18 anni è fortissima.

Le due possibile sorprese sono la Colombia, che seppur priva di James rimane sempre ostica da affrontare, e l’Uruguay, con il canto del cigno di un gruppo che farà sicuramente valere la famosa garra charrúa.

Riuscirà il Brasile a vincere il suo secondo titolo consecutivo? O finalmente Messi vincerà qualcosa con l’Albiceleste?